Liberi liberi siamo noi, ma poi liberi da che cosa..”

Oggi ho voglia di parlare della parola più abusata degli ultimi tempi: Libertà. Sembra che questa sia una delle conquiste più importanti della civiltà . Ma se poi si chiede a qualcuno cosa sia questa benedetta libertà che tanto ci piace, si rimane molto delusi sia dalle risposte sia dalla confusione che regna. Io lo ho sperimentato sulla mia pelle. Mi sentivo libera di fare mille scelte diverse ma poi, come la maggioranza, ho optato per strade conosciute e ben battute. Siamo liberi ma non siamo coraggiosi né fantasiosi. Mi credevo libera e poi sono diventata l’ennesimo inutile avvocato. Altri all’insegna della libertà arrivano ad autodistruggersi, inseguendo stili di vita e facendo scelte che nulla hanno a che fare con la Libertà ed entrano in veri tunnel di schiavitù.

Vasco Rossi canta ironico “Liberi liberi siamo noi ma poi liberi da che cosa, che cosa se..” e tutti cantiamo a squarcia gola, spensierati e felici, una canzone che denuncia l’ipocrisia del nostro tempo. Siamo liberi ma poi tutti vogliono avere almeno tre telefonini e tutti modernissimi, tutti vogliono avere l’automobile più grossa. Li vedi girare per strada su queste imponenti astronavi, tronfi perchè si sentono arrivati, perchè hanno comprato quello che desideravano. Ma pochi sanno che quello che desideriamo non lo abbiamo deciso noi ma la società ci ha inculcato modelli che entrano nel nostro dna in modo subdolo e quasi indelebile. E forse Ivan, il protagonista del mio libro preferito, I Fratelli Karamazov, ha ragione quando dice che abbiamo ucciso Gesù perchè non volevamo questo dono grande che è la libertà. E in effetti la sola parola dà le vertigini e fa paura. Non riusciamo a gestirla e a riempirla di significato reale. E per questo ci rifugiamo in soluzioni già precotte, in ricette già scritte. E quando sentiamo che qualcuno esce dai binari ed intraprende una via nuova pensiamo che sia un pazzo e che finirà male. e così “liberamente” scegliamo di uniformarci, di vestirci nello stesso modo, di avere le stesse cose, lo stesso stile di vita…. sembra che abbiamo subaffittato il nostro cervello a chi così può gestirlo al nostro posto, inserendoci in un circuito allucinante dove diventiamo strumenti di lavoro e di consumo. Dobbiamo lavorare tanto per guadagnare tanto per spendere tanto per poter così mettere in moto l’ecomonia facendo aumentare la pruduzione.. corriamo tanto senza sapere dove stiamo andando. E non lo sappiamo perchè non ci viene dato il tempo necessario per sederci, fermarci e interrogarci. E più veloci corriamo, meno conosciamo la meta.. Forse anche questa ricerca spasmodica di riempire ogni minuto libero con attività di ogni tipo, è funzionale al sistema. E forse serve anche a noi, perchè se solo ci fermassimo e analizzassimo criticamente la vita che facciamo, forse dapprima la nausea e poi il terrore e l’angoscia ci sommergerebbero. In effetti è sempre più frequente il ricorso allo psicologo e a farmaci da parte di coloro che per un motivo o per un altro (per esempio quando vanno in pensione) rallentano i ritmi della giornata. Conosco troppe persone che non si concedono pause per il terrore di iniziare a riflettere sulla loro vita. Non ci sarebbe nessuna angoscia esistenziale se solo smettessimo di mettere l’uomo e gli oggetti che creiamo al centro dell’universo. Dio ci ha lasciato liberi, forse perchè amandoci tanto ci ha enormemente sopravvalutato. E ricollegandomi a quello che ha detto Michele nell’ultimo articolo, io sostengo che in nome di questa benedetta libertà, le donne hanno deciso che possono liberamente decidere del loro corpo, decidere della vita e della morte della creatura che hanno il Dono di aver concepito. Ma in realta, se si indaga più a fondo, molte donne non sono state libere di decidere: la mancanza di reddito adeguato, la solitudine sociale in cui sono lasciate, il fatto che i potenziali papà non hanno voce in capitolo e soprattutto la mancanza di fede in Dio sono i veri motivi delle loro decisioni. Qualcun altro poi, provvede a mascherare con la parola progresso e libertà la realtà delle cose: la miseria in cui stiamo precipitando. La miseria spirituale in cui l’uomo moderno vive, che è molto più grave e più brutta di quella materiale in cui crediamo di essere.. E quando io ho deciso di portare avanti la mia terza gravidanza (correndo il serio rischio di morire per un diagnosticato tumore alla placenta) i medici mi hanno definito una pazza. Stavo esercitando il mio diritto di vivere seguendo liberamente i valori in cui credo, ma non sono stata capita. Sono sempre più frequenti, in questi tempi di crisi materiale, i suicidi da parte di lavoratori rimasti disoccupati o di imprenditori in difficoltà. Possiamo dire che Liberamente si sono uccisi? erano vermante liberi? o ad ucciderli sono stati lo stile di vita a cui non vogliamo rinunciare, i modelli di riferimento (per cui se non produci, non sei più utile e quindi non vali più niente) e i valori del nostro mondo occidentale? non mi si venga più a dire che l’uomo di oggi è libero, perchè così in molti casi non lo è o perchè, in altri, libero non vuole esserlo.
Se però nel suo cammino l’uomo tornasse a incontrare Dio, allora si, tornerebbe libero!

2 commenti

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2 risposte a “Liberi liberi siamo noi, ma poi liberi da che cosa..”

  1. Enrico

    I monaci tibetani sono molto vicini a Dio, non solo per le alture che abitano. Ma dal 1950 non sono affatto liberi: anzi, quando non vengono uccisi, vengono imprigionati o ghettizzati in nome di un ideale asseritamente più grande. C’è qualcosa che mi sfugge?

    • Nell’articolo si parla di libertà spirituale. Un esempio. Una donna oggi se rimane in cinta ha la libertà , nelle nazioni per così dire civilizzate, di scegliere l’aborto. Quindi questa ipotetica donna e’ libera di scegliere. La scelta di abortire non porta verso Dio , ma dalla parte opposto e infatti renderà schiava la donna della sua scelta e non più libera: il rimorso di quello che ha fatto rimarrà sempre dentro di lei.

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